Impressioni oltre la materia

Galleria Del Ponte, Torino

A distanza di qualche anno dall’esposizione “Progetti e carte di scultori” (2019), la galleria torna a riflettere su un tema che le è caro, ossia il rapporto quasi sempre indissolubile tra la scultura e i lavori su carta, o su altri supporti che mettano comunque in relazione il fare tridimensionale dell’artista con una tensione verso la bidimensionalità. Impressa in due dimensioni può essere l’idea prima di una scultura, il suo progetto già ben definito e delineato, oppure un’autonoma declinazione del ragionamento dell’autore intorno ai “valori plastici”, capace di coinvolgere – ad esempio – materiali diversi, differenti tecniche e l’uso del colore, pur restando sempre e soltanto “scultura”, anche se non a tutto tondo e non “plasmata” nella materia in modo canonico, secondo le logiche e i dettami della tradizione.
La mostra “Impressioni oltre la materia”, allestita dal 30 maggio al 15 luglio, presenta dunque i ragionamenti intorno alla scultura di cinque artisti legati al territorio piemontese e, in particolare, alla città di Torino: Clotilde Ceriana Mayneri, Sandro Cherchi, Riccardo Cordero, Franco Garelli e Umberto Mastroianni; di ognuno di essi sono esposte una decina di opere su carta o fatte con la carta (più precisamente “con le carte”: è il caso di Ceriana Mayneri); o ancora lavori che,
in ogni caso, implichino materiali cartacei, come i cartoni operati e dipinti di Mastroianni. Per ogni artista sono inoltre presenti uno, al massimo due esempi di scultura in senso proprio, posti in dialogo con le loro opere “altre”, appunto.
Clotilde Ceriana Mayneri (1940-2023) – della quale si è da poco chiusa la più ampia retrospettiva mai realizzata, allestita in questi stessi spazi a due anni dalla scomparsa – dopo una parentesi giovanile a suo modo informale, molto vicina al modellato di Cherchi (parametro ineludibile per chiunque allora avesse a che fare con la creta), sogguarda via via sempre più apertamente alla bidimensionalità: i suoi complessi e raffinatissimi assemblage della piena maturità
sono portali per accedere ai misteri dell’interiorità e della memoria, attraverso stratificazioni, intrecci e collage di materiali (soprattutto cartacei) meno aulici rispetto a quelli della scultura tradizionale, più intimi, semplici e talora attinti dalla natura e ricodificati concettualmente dall’artista con continue allusioni alla poesia, in particolare ai versi di Emily Dickinson, quasi un suo alter ego.
Di Sandro Cherchi (1911-1998), intorno alla Cassandra in bronzo del 1955, si è studiato e composto un corollario di disegni – monocromi o talvolta con interventi di colore – che vanno dagli anni cinquanta agli anni settanta del secolo scorso. Lo scultore genovese, torinese d’adozione a partire dal 1951, è stato uno dei protagonisti della scultura informale nazionale ed europea, e ha avuto un rapporto privilegiato con il disegno fin dagli anni di “Corrente”, una piccola
rivista fondata a Milano nel 1938 dal diciassettenne Ernesto Treccani, presto mutata in un’azione artistico-culturale collettiva e diventata uno dei punti di riferimento dell’intellettualità antifascista italiana.
Una selezione di strepitosi studi e progetti di Riccardo Cordero – classe 1942, nato ad Alba, formatosi con Cherchi e Garelli – copre un arco temporale di circa sessant’anni, dal 1964 al 2024; si parte dall’ormai storico studio per un Giocatore di baseball (carbone e acrilico su carta) e si arriva ai progetti degli ultimi anni, eseguiti con grafite, carbone, carbone pressato, sanguigna e, raramente, con interventi di spray. Alle citate carte fa da controcanto tridimensionale il recente bozzetto per la scultura Aletai (2025) in acciaio Corten, ispirata all’omonimo meteorite, una rara e pregiata siderite di ferro di notevoli dimensioni, ritrovata nel 1898 nella regione settentrionale dello Xinjiang, in Cina (ignoto è invece il momento preciso in cui il meteorite cadde sulla Terra).
I dieci pezzi inediti di Franco Garelli (1909-1973), realizzati su carta con smalti e collage tra il 1960 e il 1966, rappresentano indubbiamente uno dei motivi di maggior interesse all’interno della mostra. In carte come queste Garelli – nato ad Alba ma trasferitosi nel capoluogo sabaudo con la famiglia al termine della Grande guerra, artista di formazione liceale classica e con una laurea in Medicina e Chirurgia – dimostra di essere ancora più libero nella sua geniale sperimentazione estetica, ben al di là delle ricerche strettamente informali; sperimentazione che lo traghetterà, in ambito puramente tridimensionale, verso la serie dei cosiddetti Tubi, forme ripiegate su se stesse e colorate con vernici industriali, esposte nel 1966 in una memorabile sala personale della Biennale di Venezia.
Il laziale Umberto Mastroianni (1910-1998), vera star internazionale emersa dall’effervescente palcoscenico della scultura torinese del Novecento, ci immerge invece in atmosfere misteriose, piene di malìa, cariche di implicazioni e suggestioni extra-figurative: pensiamo, in particolare, alla Foresta impenetrabile e al Vascello fantasma, entrambi lavori del 1967 su carta incisa, sbalzata e strappata. La Maternità in bronzo del 1962 restituisce, infine, tutta la forza espressiva del gesto plastico di Mastroianni, in grado di essere al tempo stesso delicato e brutalmente incisivo.

Impressioni oltre la materia
Copertina evento.

Impressioni oltre la materia